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21 Nov

 

 

 

 

[E. Augusti] Partiamo dalla fine, che è l’inizio.

«il partenzista è il contrario dell’arrivista. l’arrivista ha come primo obiettivo l’arrivare, a qualsiasi costo, con qualsiasi mezzo, alla propria meta: la carriera? il successo? la prima pagina di novella 2000? (forse in questo caso si tratta de: la rivista). il partenzista no, il partenzista vorrebbe, per una volta, una sola volta anche, PARTIRE: cercare un lavoro, assemblare un auto modello in scatola in montaggio, preparare un risotto, fare un disco: tutto potrebbe essere una partenza, verso chissà dove e fin chissà quando…questo pezzo è dedicato ai partenzisti di ogni dove, di ogni quando, con sincero affetto» (Lorenzo Capello).

il partenzista è il notes-album firmato da Lorenzo Capello e da chi, con lui, pur vivendo (in) tempi e luoghi diversi, ha saputo raccontare empaticamente quella stessa esperienza di vita. Intimo, divertente, raffinato, arguto, genuino, autentico, efficace e poi così piacevolmente jazz. Una dichiarazione di stile, fatta di particolari originali, come la scelta, apparentemente di mero gusto grafico, di parlare per minuscole, con una sola eccezione, quasi urlata, in quel «PARTIRE». Gioca con le parole e le note, Capello. E i suoi compagni di viaggio lo assecondano, fino a farsi una voce sola. Un incastro logico, un esperimento ricco che controlla più livelli di un immaginario caleidoscopico che va per suoni, ritratti e parole. È lui, il partenzista, e le sue dieci tracce che visitano dieci episodi fantasticamente reali. Ironia, immaginazione e rigore sono i fili  di un lavoro compositivo audace e irriverente, originale e coinvolgente descritto dalle pagine di un booklet che resta in bianco e nero, perché i colori si possono solo ascoltare. Dalla freschezza giocosa de “il circo di fine anno” alle mielosità «senza appiccicare troppo le dita» de “lo zucchero filato”, fino ai deliri vigilati di “è arrivato il 26 del mese” e alle amare correzioni di “passato prossimo, futuro possibile”.  “il partenzista” chiude e apre, con quella innegabile «dolce frenesia di staticità acquisite per essere distrutte». Lorenzo Capello (batteria), Antonio Gallucci (sassofoni), Francesco Di Giulio (trombone), Lorenzo Paesani (pianoforte, fender rhodes), Dino Cerruti (contrabbasso, basso elettrico) e Massimiliano Caretta (voce recitante). Orange Home Records (2012).

Informazioni aggiuntive

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http://www.lorenzocapello.it/compra_il_disco.html

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