[E. Augusti] È da diversi anni ormai che la musica popolare salentina ha trovato un suo posto in quella “corrente principale”, “di tendenza”, che è il cosiddetto mainstream. Ripensata, adattata, declinata, contaminata, spesso costretta a diventare altro da sé, spinta più o meno condivisibilmente, tra sforzi e polemiche, comunque con passione e orgoglio, attraverso canali insoliti in circuiti altrettanto insoliti per un prodotto così legato alla tradizione e alla terra, essa è diventata in poco tempo patrimonio condiviso. Filastrocche, nenie, cantilene sono ormai nelle orecchie e negli occhi di molti. E la magia del Salento si rinnova. Tra Incanti e Tradimenti è un bel progetto, nuovo, fresco, originale, a firma Triace. Le voci di Emanuela Gabrieli, Alessia Tondo, Carla Petrachi, il pianoforte e l’elettronica di Marco Rollo e, qui, le percussioni di Alessandro Monteduro. Giochi di stile e attenzione al dettaglio. Cura degli arrangiamenti, recupero filologico, ma anche sperimentazione e urti che osano e spingono oltre. Le suggestioni della tradizione, il fascino delle storie in bianco e nero, le spigolosità del dialetto salentino ammorbidite dalla voce delle donne. Il ricamo fitto di canoni e contrappunti, i timbri caratterizzati del trio e quell'elettronica d’ispirazione che alleggerisce l'impasto, sempre scandito dalla pulsazione della pizzica. Questo è “Pinguli Pinguli”, estratto dall’album Incanti e Tradimenti, «consapevoli, benevoli e produttivi “tradimenti” degli “incanti” della tradizione compiuti dai sui autori», una dichiarazione d'amore maturo (S’ard Music 2012).