[E. Augusti] Il Sud, e le sue storie di devozione e tradizione. La processione, le genuflessioni, le bancarelle, le luminarie. E ancora i veli neri, la gente che si affolla per le vie del paese, il ben vestire, lo zucchero filato, i palloni all’elio, i segni di croce. E la banda, «in un certo senso – commenta nelle note di copertina Livio Minafra – la colonna sonora del Sud». Come dargli torto. Ed è un Sud invadente quello che vien fuori da Bandervish, l’ultimo lavoro a firma Radiodervish, con Livio Minafra e la Banda di Sannicandro di Bari, diretta da Francesco Loiacono.
Uscito per la Princigalli Produzioni/Il Manifesto nel 2010, Bandervish è un progetto originale e fortemente suggestivo. Con l’ "Intro" bandistica di presentazione del complesso strumentale, si apre il racconto di un tempo ritrovato, quello dell’incontro tra due culture diverse, avvicinate da un mare che raccoglie e protegge, sempre protagonista. Bandervish è un’onda, un album di immersioni ed emersioni, di scambi più che di contaminazioni. Gli arrangiamenti di Minafra, mai invadenti, alleggeriscono gli interventi bandistici, esaltandone naturalmente i colori. Un’antologia che impreziosisce la selezione, già attenta e coerente, delle pagine più intense della discografia dei Radiodervish. Da “L’immagine di te” a “L’esigenza” a “Sea Horses”, fino alla più intima corrispondenza di tradizioni, con “Lamma Badà” e “Fogh En Nakhal”. La voce di Nabil Salameh, sempre magnetica e conturbante, seduce. Un amalgama che avvolge, e sorprende piacevolmente nella scelta delle partecipazioni di Pino Minafra al flicorno soprano e alla tromba, di Roberto Ottaviano al sax soprano e di Gaetano Partipilo al sax contralto. A completare il nutrito complesso, Michele Lobaccaro (contrabbasso elettrico e chitarra acustica) e Alessandro Pipino (pianoforte e fisarmonica, e un’infinità di oggettucoli sonori).