Sapeva che Ursula lo stava guardando. A differenza sua, lei non si nascondeva. Lo aveva osservato, all'inizio divertita, poi concentrata sul movimento delle mani, sulla carnosità delle labbra, sulla fronte sudata di cui riusciva a intuire il profilo percorrendogli le tempie, gli zigomi, il mento. E anche lei sudava, anche lei riusciva a sentire la morbidezza dell'impasto. Lo osservò con venerazione come se stesse ammirando un paesaggio che poteva sminuzzare tra le mani, succhiare, annusare. E così fece. Lei non aveva mai visto nessuno cucinare così; quel rituale le faceva desiderare di mangiarsi il cuoco invece del dolce. Non aveva mai visto nessuno cucinare con tanto amore, un amore solido, liquido, gassoso; un amore che attraversava il cortile e ingigantiva le corolle delle petunie, trasformando il davanzale della finestra in una selva che si faceva strada verso l'inevitabile.
Cristina Lopez Barrio, La casa degli amori impossibili (2011)
[sel. E. Greco]
Avvia, sovrappone, edifica. Muove a preludio, a metà tra il sinfonico e il bandistico; e quando entra Zenón, così lirico, ti spiazza. "Incomprendido" restituisce in una manciata di minuti le atmosfere più calde di una notte d'affetti, dubbi, ripensamenti, svelamenti e morbide nostalgie. Estratto da Alma Adentro – The Puerto Rican Songbook (Marsalis Music, 2011)
Lei è Ilaria Patassini, in arte Pilar. L’estratto, “Cherchez la femme” (Pilar-Bungaro), e' stato il singolo di lancio dell'album Sartoria Italiana Fuori Catalogo, uscito nell’ottobre del 2011. «Cercate la donna», canta Pilar. La frase è firmata Alexandre Dumas, I Mohicani di Parigi (1854): «Il y a une femme dans toute les affaires; aussitôt qu'on me fait un rapport, je dis: “Cherchez la femme”» (C’è sempre dietro una donna; appena mi fanno rapporto, dico sempre: “Cercate la donna”, come a dire…cercate la causa di tutto!). Fresco e irriverente. Etichetta indipendente, UpArt Records, 2011.
Gianluigi Trovesi e Gianni Coscia, all’inizio del loro sodalizio. Riproponiamo questo "C’era una strega, c’era una fata", estratto da Radici, 1995. Grande equilibrio tra scrittura e improvvisazione, anche nella durata degli assoli, e un’idea raffinatissima di narrazione. Spiana e danza la fisarmonica, ironica e vezzosa, tra le linee morbide e sinuose del clarinetto. Magia genuina di un altro tempo.
Sam Bentley, Christina Lacy, Dave Powys, Sam Rasmussen, Josh Bentley sono The Paper Kites, gli aquiloni di carta. "Featherstone" è un incanto. Ferma ed estatica. Quasi una preghiera, una poesia leggera, e l’ostinato di corde ne guida il volo. Estratto da Woodland, 2011.
[E. Augusti] Quel soffio plumbeo dell’avvio spinge tutto in avanti, un’atmosfera densa e sinistra. Crea vie di fuga e le moltiplica. A vincere il buio, si scorgono e si guadagnano solo infinite possibilità d’uscita. Surreale e carico di suggestioni Transience (Trovarobato Parade 2011) è il progetto firmato da Junkfood. Psichedelico e fortemente ispirato. Paolo Rainieri (trumpet, flugelhorn, fx), Michelangelo Vanni (electric guitar, fx), Simone Calderoni (electric bass, fx) e Simone Cavina (drums, fx). L’elettronica maschera i volti, confonde le voci, impressiona i vuoti, disturba i confini, anima gli spazi e s'impossessa dei corpi, a morsi. Macchie di colore graffiate e masticate dalla ruggine. Transience corrode, come suggerisce l’artwork di Elisa Caldana. Dieci tracce di una plasticità viva e ingorda di forme. Disgrega e ricompone, in una danza febbricitante che vaga tra deliri estatici e sbandamenti, fino a precipitare immobile. “Aging Hippie Liberal Douche” è l’estratto.
«Nel rumore dei moli e nel silenzio rotto dall'attesa di un treno che arriva si accampano le loro storie. Sono nati per caso, come quando piove e non si va al cinema. Pollici arsi dal sole, funambolici fannulloni, abbaiano solo quando la luna è piena» (B.B.)
[E. Augusti] Il progetto porta il loro nome, evocativo di curve belle e pericolose. Pierfrancesco Sampaolo (voce e chitarra) e Maurizio Volpetti (batteria) sono i Brigitte Bordeaux. L’album conta sei tracce che scivolano via troppo presto al grido di “folkbeat pour amour”. Un viaggio in libertà. Sei racconti di vita, onesti e genuini, sei finestre su un mondo in technicolor: una musica a quattro mani, due cuori e uno “spirito volante”. Brigitte Bordeauxè quasi un concept album che raccoglie gli appunti di un’intensa esperienza dal vivo, leggera e profonda, come si usa ai busker d’eccezione. Una chitarra, una batteria, e la voce di Sampaolo a firmare testi e musica. Ogni brano lascia intravedere la ricchezza di un’esecuzione live. Colori saturi e realistici, gustosamente «a togliere, con blues, folk, bluegrass, cantastorie e tutto quello che ce pare» (B.B.). Curati e intensi i testi, perfettamente allineati alla semplicità delle melodie e all’umore dell’intero lavoro: restano in testa al primo ascolto. Essenziali gli arrangiamenti, e una bella spontaneità che distrae dal resto. «…la strada porta il peso delle orme…il tempo qui batte ancora il suo tempo, ed è proprio lì che abbiamo cominciato a camminare». Traccia fantasma, e la voce di Valentina Spagnuolo racconta e prepara la scena. La setlist propone un movimento afoso, “10 e 25”, il piacevole dondolio di “Le onde del mare”, fresco ternario, quindi i racconti amorosi, le distanze consapevoli di “Viaggio nel Perù” e il romanticismo ruspante di “Rosalinda”, con una banda immaginata a spingerne il sentimento. Restano a chiusura due proposte in inglese, “Stand” e “Less”, accattivanti. La voce di Sampaolo fa il resto, scandita dal battito intransigente di Volpetti. Un’immediatezza di linguaggio che conquista e regala, schietto, un pieno coinvolgimento d’ascolto. Da non perdere dal vivo.