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REMO VINCIGUERRA trio - Binario 21

Domenica, 22 Gennaio 2017 16:26

La grandezza dell’oceano fuori, la sua mitezza a riva, quando incontra la sabbia e ad uno ad uno ne accarezza i granelli. Limpido e dolcissimo il ricordo di un viaggio che nulla ha di drammatico e triste: “Le Favelas di Rio” apre il concept album del Remo Vinciguerra Trio (Remo Vinciguerra, Alberto Biondi, Alfredo De Innocentiis). Binario 21 (Azzurramusic, 2016) è un album dedicato al ricordo, un esorcismo del dramma, un pensiero profondo, una dedica alle persone, alle loro vite colte all’improvviso dall’angoscia, dall’ansia, dalla paura, dalla tragedia, dalla morte. Ma Binario 21 non è un album buio. Dentro ogni brano c’è una luce, una carezza, un sogno, l’avvolgente e calda melodia del conforto. Un’empatia che attraversa il tempo e lo spazio, da Rio a Milano, da Brandeburgo a Roma, ad Amsterdam, a Varsavia, a L’Aquila. Un racconto leggero e dolcissimo, di storie di uomini, di donne, di bimbi sottratti alla gioia giusta del presente e privati per sempre della speranza del futuro, chiusi in un passato che pesa sulle spalle e sulle coscienze di chi resta e spesso, troppo spesso, dimentica. Le parole di Paola Parri, così come compaiono nel booklet, non avrebbero potuto introdurlo meglio. Credo sia questo il momento migliore per riproporne l’ascolto. 

Un'anteprima di i-tunes è disponibile qui

Pubblicato in Album

A Lanciano, "in Sintonie"

Martedì, 16 Ottobre 2012 20:38

 

[E. Augusti] 13-14 ottobre 2012. Sono trascorsi quindici anni e cinque chilometri da quando Sintonie ha lasciato Castel Frentano per stabilirsi a Lanciano. Siamo nella provincia di Chieti e la Rassegna internazionale Sintonie anche per quest’anno ha fatto una scelta di “Alta Fedeltà”. Marco Angelucci, padrone di casa, ci accoglie al Villa Medici. L’aria è effervescente, continuo il flusso di pubblico: addetti ai lavori, appassionati e neofiti arrivano a Lanciano da ogni parte d’Italia per sperimentare e confrontare in oltre 20 camere d’ascolto le marche più prestigiose della riproduzione sonora digitale, analogica e in formato liquido ad alta definizione. E sono camere in senso autentico: dietro ogni numero una porta, e dietro ogni porta un’esperienza d’ascolto diversa. Ecco come Sintonie ti prende possesso di un albergo intero.

E ancora espositori ed etichette, e tra queste la Red Records di Sergio Veschi, col quale scambiamo quattro chiacchiere e qualche indiscrezione discografica. Sono da poco passate le 19.00 e da una direzione all’altra, quella artistica di Remo Vinciguerra ci introduce al concerto di Gianmaria Testa e Gabriele Mirabassi. Sala bianca, strumenti in posa. Testa s’infila e la musica arriva così, di soppiatto, con le note di “Nuovo”. Ed è subito contatto. “3/4” e la città si allunga, persa sotto la nebbia: l’ingresso inaspettato di Mirabassi e del suo clarinetto schiarisce l’orizzonte e fa rivivere i profili delle cose. «C’è carinho» nell’aria. Mirabassi veste ogni arpeggio di Testa. Il racconto parte dal nuovo per tornare, nostalgico, agli anni Novanta e a una scrittura già densa. Sono gli anni di “Extra muros” e delle sue sonorità plastiche. Quartieri emozionali dove il clarinetto strilla mentre la voce di Testa bisbiglia, onesta. Si mette in moto “L’automobile”: swinga fino all’urto e spinge ogni stop della chitarra. Bossano i fiori d’inverno, e si fa strada “Manacore”. Il vento soffia nel clarinetto di Mirabassi che ammalia e svela trame dinamiche di una bellezza rara. «Senti che vento, tormenta le vele». E ogni eco di quel vento sa di mare e di cielo. Un delirio di colori e l’urlo di Mirabassi quasi soffoca nella dolcezza di una carezza. È polvere di gesso. La poesia si fa cronaca e denuncia nell’allegoria di “20mila Leghe (in fondo al mare)”, dove le Leghe, sottolinea Testa, non sono un’unità di misura marina, ma «un’unità di dismisura terrestre». Mirabassi suona l’acqua e quello schiocco di gocce ne anima il racconto. «Avrei voluto baciarti con la forza del vento» recita a chitarra muta Testa, e l’assolo di Mirabassi è una dichiarazione d'amore. Non si disperde quella tensione mistica. “‘Na stella” e la ninna nanna di congedo, perché «soltanto i sogni non dormono mai». È l’affetto, il «carinho», dice Mirabassi, che non manca e rende unica questa collaborazione nella suggestione di ogni suo frammento.

Un attimo ed è già domenica. Il risveglio è stato dolce. Il sole scalda limpido il cielo della Maiella. La musica di Sintonie non si arresta. Prove in trio a casa Vinciguerra, ed è un piacere per noi essere per un giorno due di famiglia. Grazie Marilù. La dimensione artigianale del laboratorio della musica non finisce di sorprendere ed emozionare. Alberto Biondi, batteria e percussioni, Alfredo de Innocentiis, basso elettrico, Remo Vinciguerra al pianoforte e Gabriele Mirabassi, special guest, al clarinetto. Si imbastisce, con la cura che è solita ai lavori di Vinciguerra, la trama di Binario 21, lavoro del trio di prossima uscita. L'attenzione alla melodia, ai fraseggi ispirati; le suggestioni intuite e rimaneggiate da un camaleontico Mirabassi e l'intesa che nasce e trova presto conferme. «Io metto in moto la macchina, e tu fammi l’America», fa Vinciguerra a Mirabassi. È così che si anima il viaggio. E noi ci lasciamo guidare. 

 

ph. F. Bortone

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